Frammenti di un discorso antimafioso (Figli)

Figli: quelli dei mafiosi imbarazzano non poco, soprattutto se sono incensurati. Angelo Provenzano, figlio del boss Bernardo, si è tirato dietro un coro di critiche dell’antimafia (da Maria Falcone a Beppe Lumia) perché ha deciso di lavorare come “guida turistica”, raccontando la mafia agli americani che arrivano in Sicilia. Il rischio è quello che il suo punto di vista, condizionato dal dna di Bernardo, possa produrre effetti devastanti sulla labile psiche dei sessantenni statunitensi che lo stanno ad ascoltare. In effetti il lavoro di guida turistica è di una enorme responsabilità sociale, specie se tutto ad un tratto i riflettori della stampa nazionale trasformano il figlio di un’antistar in una star. C’è il rischio che adesso i turisti vengano da ogni parte del mondo e non solo dagli USA. Insomma, una vera tragedia per chi da anni cerca di pompare l’economia turistica isolana senza successo. La reputazione di un boss in galera tirerebbe di più che centinaia di milioni di euro spesi negli anni per campagne di comunicazioni istituzionali che hanno ottenuto solo modesti risultati. Qualcuno sta già cercando di ingaggiare il figlio segreto di Matteo Messina Denaro per fare da cicerone tra i tombaroli di Selinunte…

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Gianpiero Caldarella

Frammenti di un discorso antimafioso (MNO)

Maxiprocesso: i francesi hanno l’Arc de Triomphe a Parigi, noi italiani l’Aula Bunker a Palermo. Sì, proprio quell’aula di forma ottagonale, che ha ospitato il più grande processo penale mai celebrato al mondo, progettata per resistere anche ad attacchi di tipo missilistico -ma non certo di tipo politico-, rappresenta la testimonianza dell’unico momento di “grandeur” antimafia nella storia della Repubblica. Dall’Arco di Trionfo, sulle cui pareti interne sono ricordati i nomi di 660 generali francesi, si accede direttamente verso il grande viale dei Champs-Élysées e da lì passò Napoleone Bonaparte per celebrare le sue vittorie. Dall’aula bunker, nelle cui gabbie durante il maxiprocesso furono custoditi ben 460 imputati per mafia e sulle cui sedie sfilarono oltre 200 avvocati difensori (totale 660, come i generali di Bonaparte), si accede direttamente verso il grande carcere borbonico dell’Ucciardone. Il maxiprocesso, in fondo, fu una sorta di rivoluzione francese al contrario. Il messaggio ai mafiosi era chiaro: la libertè potevano scordarsela, soprattutto i 19 condannati all’ergastolo, l’égalité dovevano conteggiarla ognuno a modo suo fino ad arrivare a un totale di 2665 anni di carcere ed infine, per quanto riguarda la fraternité, cioè il legame con i fratelli e le famiglie, si consigliava loro di fare un nodo al fazzoletto per non dimenticarsene. La celebrazione di questa liturgia, per essere completa…

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Negazionismo: Sindrome degenerativa da mafiadeficienza acquisita. Simile all’Alzheimerbipolare, si caratterizza per laperdita di memoria per ciò che potrebbe compromettere la propria reputazione o quella degli amici degli amici e una memoria lunghissima per tutti gli altri fatti, affari e vendette comprese. I primi sintomi sono riconoscibili quando il soggetto comincia ad affermare frasi del tipo: “la mafia non esiste”, ma studi clinici più recenti sono riusciti a rilevare altri deliri mnemonici quali: “la mafia in Lombardia non è mai arrivata”, oppure…

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Piste acide

Le mafie. Plurale. Lo Stato. Singolare. Trattative. Plurale. Indagini e depistaggi. Strade che spuntano. Poi si chiudono. Ciecamente ci sbatti la testa. Ti accasci al suolo, oppure rimbalzi, ammaccato, e con tanta voglia di recuperare il tempo perso. La cosa più preziosa. Il tempo ritrovato. False prove. Esseri reticenti in Stato reticente. Altre strade, scorrevoli come piste costruite con asfalto ingannevole. Impossibile fermarsi. Una volta imboccata finisci per essere divorato in un solo boccone. Reincarnazioni giudiziarie. Magistrati che tornano e puntano il dito contro vecchi onorevoli. Ministri paurosi nell’officiare il loro dio. Anime stanche dal tempo che le separa dai fatti. Procura di Palermo. Memoriale sulla trattativa Stato-mafia. “Per accertare la verità sulla stagione delle stragi e della trattativa, nonostante i tanti, troppi, depistaggi e reticenze, spesso di fonte istituzionale.” Allora non siamo fessi. La strada c’era. Depistaggi. Crisi. Singolare e plurale, tutto insieme. È finita l’austerità? Singolare. Non ce n’eravamo accorti.

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Macelleria sociale. L’uomo a pezzetti in fondo fa sempre la sua porca figura. Rigore o punizione. Non fa differenza. Un’altra strada spunta.

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Frammenti di un discorso antimafioso (GHIL)

Gadget: l’indice di quotazione della t-shirt con la foto di Giovanni Falcone ha superato quello della maglietta di Peppino Impastato. Una cordata tutta italiana che per la prima volta nella storia …

Governatore: dopo due governatori condannati per mafia, si temeva che questo posto di lavoro non interessasse più nessuno. Neanche a doparlo con incentivi e idee di rivoluzione (“falsi miti di progresso”, avrebbe detto l’ex-assessore Franco Battiato)…

Helg: new entry, o meglio new exit. Perché fare una voce ad personam? In realtà non c’era motivo, ci sta solo per il gusto di inserire la lettera H. In ogni caso, rileggere i suoi discorsi o le sue interviste col senno di poi e con un bel bicchiere di vino rosso in mano…

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Insaputa: “Non sapevo che mi avessero pagato la casa al Colosseo, sono solo un ex povero ministro dell’Interno, ALTRIMENTI…”. “Non sapevo che Ruby fosse minorenne, sono solo un povero utilizzatore finale ed ex presidente del Consiglio, ALTRIMENTI…”. “Non sapevamo che avere una banca potesse essere motivo di così grande gioia per il povero ex segretario del più grande partito di sinistra italiano, ALTRIMENTI…”. “Non sapevamo che …

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Frammenti di un discorso antimafioso (DEF)

Doppiogioco: un bel gioco dura poco, ma un bel doppiogioco può durare tutta la vita e in ogni caso, ammesso che si venga scoperti, il dio della prescrizione di andreottiana memoria è sempre pronto ad insabbiare tutto. Certo è che le vicende degli infiltrati nell’antimafia sono più coinvolgenti di quelle del controspionaggio ai tempi della guerra fredda. John Le Carré potrebbe scriverne il seguito della Talpa. Titolo suggerito: “La Polpa”, intesa come marito del polpo, cugino stretto della piovra….

Enti antimafia: in principio erano degli scioglilingua terapeutici in grado di ridare la parola ai muti e agli omertosi. Grazie alla innata capacità di generare protocolli e protochiappe la cui unica funzione era timbrare delle poltrone di pelle trinarciuta, il loro numero…

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Eroi: sono finiti i tempi in cui si veniva proclamati eroi quando si era ancora in vita e bastava essere un Garibaldi o un Toto Cutugno per essere osannati in patria o all’estero. Gli eroi antimafia sono apprezzati come tali solo da morti. Quand’erano in vita, invece, erano considerati dall’establishment come degli eretici rompipalle da evitare al pari della peste. E poi ci si può sempre sbagliare…

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Frammenti di un discorso antimafioso (ABC)

INTRO.

L’antimafia va a rotoli. Quella d’apparato -intendiamoci- osannata, scortata e foraggiata da istituzioni troppo spesso specchiate come le interiora del maiale. In questi anni abbiamo assistito a comportamenti equivoci, seguiti a volte da processi, seguiti a volte da condanne, seguiti a volte dal carcere per ex presidenti della regione, ex sottosegretari al ministero dell’Interno, ex-membri della Commissione antimafia, ex-ministri dell’Interno…. Insomma, diventa sempre più difficile distinguere tra Interno e interiora. Gli antichi nelle interiora riuscivano a vederci il futuro, noialtri, invece, nell’Interno ci vediamo solo la trippa per i gatti. Scandalo dopo scandalo, il tutto assume il sapore di una minestra riscaldata. Così si azzera anche il piacere della trasgressione, di quella commovente battuta: “Cielo, mio marito”, che spesso precedeva la fine di un matrimonio. Nel caso di Roberto Helg, (ex presidente di Confcommercio Palermo) colto in flagranza dai carabinieri con la bustarella ancora calda sulla scrivania, tutto volge alla farsa da libro Cuore e quella giustificazione: “L’ho fatto per bisogno”, risuona nelle orecchie come se fosse l’appello disperato di una casalinga qualunque sorpresa a prostituirsi per pagare le spese di casa. Da più parti si sente il bisogno di rifondare un linguaggio antimafia. Ognuno ci prova a modo suo. Dopo essere stati presi per babbei, un po’ di Babele in più non riuscirà a rendere le acque più fosche di quanto già non siano. Ringrazio indegnamente Roland Barthes per i consigli a distanza. Buona lettura. Si comincia dall’ABC.

Ammazzasentenze: altri tempi quelli in cui si usavano parole così. Oggi l’avrebbero chiamato semplicemente “garantista”. …

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Anziano: colui non va in galera se nel dna ha cumulato più di 70 poltrone. O erano 70 anni? Difficile sciogliere l’enigma, ma una cosa è certa: “anziani si nasce, non si diventa”. Vecchi diventano solo quelli che vivono nei bassifondi… Continua a leggere