Secondo te sta più in salute la satira o la mafia?
Giudicate voi. Di mafie si parla sempre meno, Cosa Nostra si è inabissata da tempo e continua a fare grossi affari. Di satira si parla spesso ma se ne vede poca, forse è morta, almeno per quanto riguarda i giornali che la riempivano, ma nessuno si è preso la briga di metterci una lapide sulla tomba. Certo, non è cosa che possono fare i vignettisti. Per quello che guadagnano, significherebbe riempirli di debiti più della Grecia. Servirebbe che lo Stato aprisse gli occhi e difendesse qualcosa che è parte della cultura del suo popolo, come l’opera lirica o il teatro dei pupi. Ma lo stato di salute dello Stato non è in ottimo stato. Quindi diciamo che servirebbe un mecenate, o come si dice al giorno d’oggi, uno sponsor. Peccato che non se ne vedono tanti in giro. Chissà, magari un giorno la mafia….
Le vignette sulla mafie alla fine lasciano un punto interrogativo o delle certezze? Sono più simili a delle inchieste-profezie o a delle sentenze-editoriali? Per dirla in un altro modo, il lavoro del vignettista è più simile a quello di un pm o a quello di un giudice?
Credo che i vignettisti abbiano piena visione dei fatti e dei patti scellerati, che possano indagare liberamente e in fin dei conti esprimere con vignette mute quello che il pensiero di tanti non azzarda neanche a pronunciare. Non voglio toccare il concetto di verità, ma la satira sulla mafia ha fatto un lavoro non solo di decostruzione dei miti mafiosi e politici ma di svelamento delle verità ovvie e quindi si è presa in giro due volte.