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Una spremuta di acqua intelligente/3

È la prima volta da quando è iniziata la nostra inchiesta che ci troviamo di fronte ad uno dei comuni dell’Unione che sceglie di percorrere consapevolmente una strada autonoma e per di più sulla base del dato “crudo”, cioè dei costi e pertanto insistiamo chiedendo all’assessore come sono arrivati a queste valutazioni, che risponde: “non so cosa stanno facendo gli altri comuni, può darsi che risparmiano più di noi, ma noi abbiamo fatto un’indagine, abbiamo chiamato Sosvima e dai costi e dalla tipologia dei contatori si parlava di circa 70 euro a contatore. Noi lo stiamo comprando alla metà e quindi lei pensi se noi compriamo a 70 euro quando possiamo spendere meno. Penso proprio di no. Il sindaco in persona ha chiamato Sosvima, solo per il prezzo, ma visto il loro ed il nostro abbiamo subito recesso e deciso di andare per la nostra strada, anche perché i primi cento contatori li abbiamo già acquistati e non si è andati oltre. Si figuri che nel 2020, rispetto al 2019, abbiamo avuto un ulteriore sconto, quindi faccia lei. Noi facciamo gli interessi dell’Ente, come penso faccia Sosvima, ma difendiamo la nostra scelta economica, infatti abbiamo anche parlato con un rappresentante di Immedia e penso che siamo riusciti a spuntare un buon prezzo”.

Per completezza d’informazione sentiamo a questo punto anche l’ingegnere Giuseppa Castiglia, responsabile dell’Area tecnica del Comune di Gratteri, la quale non prende posizione rispetto alle valutazioni fatte in merito alla scelta di non aderire all’accordo quadro ma in qualche modo arricchisce il discorso sui perché di questa scelta. L’ingegnere dichiara infatti: “io devo ovviamente, sempre nello spirito di economicità, pensare di far dialogare quello che ho con quello che acquisto in futuro. Sto cercando di verificare, di fare delle piccole indagini per vedere che tipo di contatore posso montare, le caratteristiche che ha e soprattutto la capacità di interagire con il software che già ho. Il servizio idrico integrato a Gratteri è volto, diciamo, ai tre riferimenti di cui alla legge 152/06: efficienza, efficacia ed economicità. Essendo un piccolo comune abbiamo un rapporto tra numero di contatori e prezzo difficilmente comparabile a quello di altri comuni”.

Già, perché secondo le ultime rilevazioni Istat il comune di Gratteri nel 2017 contava circa 940 residenti, quindi certamente si tratta di un piccolo comune, ma per completezza di informazione va detto che Scillato ne conta poco più di 600 e Sclafani Bagni circa 400 e il fabbisogno di contatori smart previsti nell’accordo quadro è rispettivamente di 485 e 310 per un importo a base d’asta, comprensivo di telelettore e software gestionale, rispettivamente di 63.956 e 40.784 euro, in pratica circa 130 per ogni singolo contatore, comprensivo di modulo smart.

Dato che l’ingegnere Castiglia non ha voluto parlare di prezzi e non possiamo dare per buone le indicazioni forniteci dall’assessore Cirrito che ha dato dei numeri a memoria senza avere le carte davanti a sé, decidiamo di capire cosa succede in altre parti della Sicilia. Siamo a Ferla, un comune che conta poco più di 2300 residenti in provincia di Siracusa. A fine dicembre 2020 decidono di acquistare 150 contatori più altrettanti moduli per la lettura automatica via radio frequenza. Insomma, qualcosa di simile al prodotto che avrebbe deciso di acquistare il comune di Gratteri. Il produttore dei contatori è lo stesso, Hitron e anche il fornitore è Immedia S.p.A., una società di Reggio Calabria che fornisce servizi ai comuni e tra l’altro è anche fornitrice del software di gestione dell’acquedotto di Ferla. Una società che fornisce servizi in molti comuni della Sicilia e anche delle Madonie. Per fare un esempio, si tratta della società che si occupa del servizio di bollettazione dell’acqua nel Comune di Isnello. Chiaro che l’acqua rimane pubblica ma a poco a poco i servizi che le ruotano attorno in molti comuni stano diventando appannaggio dei privati che evidentemente li offrono a prezzi competitivi a dei comuni che decidono di dismettere il servizio che prima operavano perché non hanno le risorse o perché semplicemente viene a costare meno rispetto a quanto si spenderebbe usando personale interno all’ente. Tutto nella legalità, sia chiaro, certo fa un po’ sorridere che in alcuni comuni si vanti un’indubbia “autosufficienza” di risorse interne e competenze sulla possibilità di gestire una rete smart quando già, anche per le bollette si deve ricorrere a società esterne. 

Ma torniamo al Comune di Ferla: nella determinazione n.465 del 21 dicembre 2020 si parte da un prezzo di listino di 17 euro più iva per il contatore (DN 15) e  36 più iva per il modulo di lettura, cioè un totale di quasi 65 euro iva compresa a contatore per un totale di 9.746,58 euro. L’offerta fatta da Immedia per la stessa cifra offre un totale di 170 contatori e altrettanti moduli di lettura. Alla fine ogni singolo kit verrà a costare poco più di 57 euro, iva inclusa. 

Tabella tratta dall’avviso pubblico di manifestazione di interesse dell’Unione dei Comuni (settore tecnico) del 3 giugno 2021

A questo punto abbiamo un minimo di informazione in più per capire quanto la scelta dei contatori smart incida sul prezzo rispetto ai contatori tradizionali provvisti di modulo di lettura, che per intendersi sono quelli che permettono, avvicinandosi con un tablet, di ricevere i dati senza dover fisicamente leggere il contatore, ma in ogni caso senza la possibilità di ricevere la lettura direttamente in ufficio. Il prezzo di listino di questi kit di contatori tradizionali era infatti di circa 65 euro, e su 170 pezzi il ribasso è stato di circa il 10%. Per quanto riguarda l’accordo quadro, per ogni singola utenza -sempre comprensiva di modulo smart, ribadiamo- il prezzo a base d’asta è circa il doppio, intorno ai 130 euro, anche se è presumibile che trattandosi di una grossa fornitura, cioè quasi 22mila pezzi, il ribasso sarà più del 10%.

Non ci vuole un laureato in matematica per capire che si tratta di un prezzo notevolmente superiore, e in ogni caso la spesa aggiuntiva potrebbe giustificata dal vantaggio di avere la telelettura. Quello che però appare doveroso chiedersi è se dei piccoli comuni che contano poco più e in alcuni casi molto meno di mille abitanti abbiano veramente bisogno di un sistema tanto intelligente, soprattutto considerando il fatto che probabilmente non saranno nelle condizioni di manovrare tanta intelligenza e quindi dovranno affidarsi a un servizio condiviso o affidarlo a privati. 

Certo, nessuno di noi è contrario per principio all’innovazione tecnologica e al progresso, ma forse non bisognerebbe neanche mettere in secondo piano i concetti di efficacia ed economicità, che sono principi cardine della legge 152 del 2006. 

Crediamo sia un bene ad esempio che esistano gli ascensori e che se ne sviluppino di sempre più veloci e sicuri per salire e scendere da palazzi sempre più alti, ma ci chiediamo se avrebbe senso istallare un ascensore su una delle casette tipiche dei comuni delle Madonie, di 20 o 30 mq a piano per due o tre piani. Siamo sicuri che questo tipo di scelta rappresenterebbe veramente un vantaggio o gli spazi tolti all’abitabilità renderebbero di fatto invivibili quelle dimore?

Fuor di metafora è inoltre lecito chiedersi se veramente più comuni con diverse situazioni demografiche, con differente dislocazione nel territorio delle utenze, con un dissimile stato di avanzamento di sostituzione dei vecchi contatori negli anni  -un esempio è quello di Petralia Soprana che di recente aveva sostituito già circa 400 contatori- abbiano bisogno di un maxi piano che se da un lato offre certamente delle possibilità di risparmiare sullo sconto derivante da un maxi acquisto, dall’altro rischia di non calzare a misura sulle esigenze di ogni singola comunità. 

Perché non bisogna dimenticare che al di là del costo di acquisto iniziale, per cui diversi comuni si stanno impegnando aprendo dei mutui, vi saranno poi i costi di gestione ordinaria e straordinaria. L’impressione è che, anche per quello che riguarda i costi di sostituzione, forse sarebbe stato il caso di procedere ad una graduale sostituzione dei contatori, come altri comuni dell’isola sembra stiano facendo da tempo, per non incidere troppo sulle casse comunali, dato che, specie per i comuni più grandi, cambiare di colpo migliaia di contatori richiederà degli sforzi organizzativi che le macchine comunali probabilmente non riusciranno a coprire con il personale interno.

Va detto comunque che quello che accadrà nei comuni madoniti che installeranno i contatori intelligenti non sarà qualcosa di standard per tutti. Come spiega l’amministratore di Sosvima: “la tipologia della gara sarà un accordo quadro, dove come previsto dalla norma, il soggetto fornitore, l’aggiudicatario per capirci, si impegnerà a mantenere lo stesso prezzo per 48 mesi. In questo lasso di tempo i comuni potranno, con ordini di acquisto comunali, procedere all’acquisto di diversi lotti di contatori. (…) La cornice unitaria deve tenere conto dei fabbisogni particolari da comune a comune, quindi ci saranno comuni che faranno integralmente la sostituzione in unica soluzione, vedi Polizzi Generosa e Castelbuono, perché hanno già la copertura finanziaria per gli acquisti e ve ne saranno altri che spalmeranno questi acquisti nel tempo ed altri ancora che magari lo faranno per una parte ma non per tutta la totalità”.

Certo, non sarà stato facile mettere d’accordo tutte questi comuni su un percorso condiviso, specie alla luce dei tanti “fabbisogni particolari”, ma in fin dei conti ognun delle singole amministrazioni ha operato delle scelte che a nostro avviso sono anzitutto di natura politica. Scelte che impegnano per il futuro decine di migliaia di cittadini madoniti e che pongono al centro di questo capitolo sulla gestione dell’acqua l’intelligenza, quella dei contatori ma anche quella della politica, che viene praticata dall’alto, dagli amministratori e dal basso, dai cittadini consapevoli delle scelte che riguardano le loro esistenze.

Gianpiero Caldarella con la collaborazione di Pino Di Gesaro

articoli precedenti:

https://scomunicazione.wordpress.com/2021/06/14/una-spremuta-di-acqua-intelligente-inchiesta-cuntu-sulla-rivoluzione-in-atto-nel-settore-idrico-in-molti-comuni-delle-madonie-e-del-palermitano—cap-1/

https://scomunicazione.wordpress.com/2021/06/14/571/(si apre in una nuova scheda)

Un pensiero su “Una spremuta di acqua intelligente/3

  1. Dalla lettura di questo Cuntu inchiesta i comuni ai sensi delle deliberazioni Arera dovevano produrre una documentazione atta a dimostrare di possedere i requisiti essenziali per gestire in proprio il servizio idrico integrato.Si affidano pertanto alla Sosvima che vi provvede tramite la ditta Giglio.Si deduce che nessun UTC era in grado di predisporre i succitati atti.I comuni pagano Sosvima e questa paga Giglio(pare 2 euro per abitante).Esistono delle corrispondenze ufficiali tra il MATT(min.ambiente) e Ass.to Reg.le Servizi pubblica utilità e ATI PA da dove si evince come il Direttore Generale comunica che la gestione in hose del S.I.I. è consentita a quei comuni che hanno una popolazione inferiore ai 1000 abitanti.In tali note( del luglio e del settembre 2020) a firma del Direttore G.ke vi è pure segnato il nominativo della referente,Dott.Colaizzi( definita elegantemente in una chat pasdaran dal presidente Sosvima).In ogni caso si va avanti e all’acquisto di contatori intelligenti se ne fa carico l’ Amministratore Unico di Sosvima che diventa il soggetto che chiede alla Centrale Unica di Committenza di dare corso alla gara.Ma sull’iter interviene con propri atti anche la Giunta della Unione Madonie.(che per0′ come riportato nell’articolo “non ci ha messo becco.”.Sorgono seriamente perplessità e interrogaivi.E non ultimo riguarda il soggetto titolato che provvederà alla liquidazione della somma(dal raffronto dei prezzi abbastanza esosa) alla ditta fornitrice delle apparecchiature.

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