Il calendario del Duce oggi a una certa
suderà freddo in un’edicola deserta,
qualcuno lo appenderà a testa in giù
le mani tese verso una scollatura flou,
le orecchie ritte ad ascoltare parole fitte:
“Vedi? Non sgorga latte dalla tua lupa,
oggi non son più matrona, mi chiaman pupa,
questi seni sono tutta scena e silicone,
una volta che t’abitui non fa impressione,
l’impero che sognavi oggi è tutto gossìp,
i picchiatori stan sul trono e vogliono fare i vip,
ospiti applauditi in trasmissioni scintillanti
che promettono ascolti strabordanti.”
“Sì sì” risponde a denti stretti il pelatone
“ma vedi quanti ancora ripetono il mio nome?”
“E come no?” risponde uno da un quotidiano lì vicino
“co tutti sti repubblichini e pelatini
ci facciamo un sugo all’amatriciana
che a consumarlo ci vorrà una settimana”. Continua a leggere