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Quale progetto per Monte Mufara? Lettera aperta al Sindaco di Isnello, Marcello Catanzaro

Caro Sindaco, dopo aver letto un suo post su Facebook (https://fb.watch/cBktZhjURK/) in merito al “Progetto di realizzazione dell’Osservatorio Astronomico dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea) SSA P3-NEO-VIB – FLY – EYE TELESCOPE”, sono sempre più convinto che sintetizzare vada bene, ma semplificare eccessivamente rischia di confondere quanti cercano di capire meglio qual è il progetto per Monte Mufara e quali sono le posizioni espresse all’interno del Consiglio dell’Ente Parco delle Madonie del 22 aprile.

Anzitutto, esprimerei un apprezzamento per il Presidente Angelo Merlino, che con intelligenza e senza preconcetti si è messo in una posizione di ascolto rispetto alle varie voci, istituzionali e non, che si sono alternate in quel consiglio. Lo stesso apprezzamento va ai sindaci e agli assessori dei vari Comuni presenti, che comunque non rappresentavano la totalità delle comunità madonite ma circa i due terzi. A parte lei, che ha proposto l’ordine del giorno di cui parla, solo il Presidente della Fondazione Gal Hassin e l’Amministratore unico di So.Svi.Ma. Alessandro Ficile, che sono intervenuti nella discussione, avrebbero accettato di buon grado il progetto così com’è.

Vero è che da tutte le posizioni, anche dal pubblico è emerso il sostegno al progetto di realizzare un osservatorio dell’E.S.A. a Monte Mufara, ma quando si è parlato di QUESTO PROGETTO, da tutti gli altri interventi, istituzionali e non, mi sembra di aver capito che, con diversi livelli di criticità, è emersa la necessità di verificare con attenzione come si possa ridurre al minimo il consumo di suolo necessario alla realizzazione dell’osservatorio.

Ma cosa prevede questo progetto? Uso qui le sue parole per farlo capire a chi legge: “l’edificio si comporrà di tre corpi principali, un corpo centrale che ospiterà il telescopio e la cupola, un’ala tecnica posta a sud est in adiacenza al corpo centrale presso la quale sarà installata tutta la strumentazione tecnica al servizio della cupola e un’altra ala posta a nord ovest, sempre adiacente al corpo centrale, che ospiterà il centro di elaborazione dati e anche tutta una parte dedicata al personale tecnico che lì dovrà operare. La struttura nel suo complesso si svilupperà su due livelli e soltanto il corpo centrale includerà un secondo piano. Il volume (sic) complessivo è di 840 mq di 480 coperti e 360 destinati al piazzale. L’accesso alla struttura avverrà tramite una piccola strada sterrata di circa 120 metri e larga appena 3,6 metri con un dislivello di 18 metri e una pendenza del 15%.”

Stiamo parlando di 840 metri quadri in cima a Monte Mufara, con un’altezza massima della costruzione che supera i 13 metri. Di questo stiamo parlando.

Bene, detto ciò, la sua posizione, da Sindaco di Isnello, è stata quella di calare nel consiglio questa nota subito dopo l’intervento iniziale del Presidente del Gal Hassin e ha concluso con queste parole: “con questo ordine del giorno io sostanzialmente pongo alla decisione di questo consiglio questo tema e chiedo che venga condiviso e che politicamente venga sostenuto perché adesso serve esprimere chiaramente la volontà o meno di continuare in questa strada e sostenere questo progetto.”

A questo punto non c’è stata una standing ovation ma l’intervento, forse il più duro della giornata, del sindaco di Petralia Sottana, Leonardo Neglia, che ha posto una questione di metodo e di trasparenza, non solo verso le ignare comunità locali, ma anche verso i sindaci dei comuni sul cui territorio ricade il progetto e che sembra non siano stati proprio entusiasti di quanto sia stato possibile per loro partecipare, essere convolti nella ideazione e realizzazione di QUESTO PROGETTO.

Le mie valutazioni servono a poco, ma quanti oramai da tempo si limitano ad applaudire ad ogni annuncio che viene fatto e a contestare chi dal basso pone qualche domanda e solleva qualche dubbio additandoli come “il partito del no”, è bene che leggano questo intervento e si facciano un’idea di come sono andate le cose e di come stanno le cose.

Il sindaco di Petralia Sottana, Leonardo Neglia, intervenuto subito dopo di lei ha detto: “io ho dato un’occhiata all’ordine del giorno proposto dal sindaco di Isnello e dico che esprimo la mia non condivisione rispetto all’ordine del giorno, che non significa -e voglio precisarlo- di non condivisione rispetto alla realizzazione dell’osservatorio astronomico dell’E.S.A. Condivido l’analisi fatta dal Presidente di Gal Hassin e come ricordava anche il Sindaco di Isnello, noi siamo uno dei pochi comuni delle Madonie ad aver creduto al Gal Hassin ed essere stati soci e ad aver creduto e credere ancora alla realizzazione del telescopio Fly- Eye, tanto da aver da subito approvato il comodato d’uso per quanto riguarda i terreni che abbiamo in comproprietà con i comuni di Bompietro, Castellana Sicula e Petralia Soprana, che abbiamo subito messo a disposizione per la realizzazione di questo telescopio importantissimo. Dico di più, io personalmente anche con una nota formale, avevo messo a disposizione della Fondazione Gal Hassin anche un nostro immobile comunale, “Il Grifone”, che si trova a Piano Battaglia, funzionante, anche dal punto di vista energetico efficientato, dotato di energia rinnovabile. L’avevo messo a disposizione perché questo diventasse una base per servire sia il telescopio di Isnello, sia il telescopio dell’E.S.A., ma che possa essere anche un punto di riferimento anche per tutti quegli appassionati di astronomia e a tutti quelli che vogliono avvicinarsi a questa affascinante branca della ricerca, considerato che si trova veramente a poca distanza dal telescopio. L’intento era quello da un lato di valorizzare ulteriormente questo immobile e con esso anche il comprensorio e il sito di Piano Battaglia, dall’altro c’era un riferimento a quello che è secondo me -al di là della questione dell’impatto visivo- è un principio che dovrebbe guidare il nostro agire amministrativo e cioè quello di evitare quanto più possibile il consumo di suolo. Quindi, il fatto di mettere a disposizione un edificio esistente, aveva anche questa funzione. Avevamo fatto anche un sopralluogo con il presidente della Fondazione Gal Hassin, avevo mandato le planimetrie per capire come all’interno di quest’immobile si poteva anche pensare a qualcosa che fosse anche funzionale al telescopio. Ecco, questo è uno dei primi motivi che mi hanno, come dire, indisposto, rispetto a un metodo, una procedura che io ho ritenuto non proprio impeccabile, tant’è che poi ha prodotto anche una situazione in cui non mi volevo e non mi voglio trovare. Uno scontro, questa è una delle cose su cui bisognava stare attenti e ci doveva essere uno sforzo per evitarlo. È chiaro che le cose umane sono tante e complesse che a volte gli scontri si generano, però, da parte delle istituzioni, ci deve essere un tentativo per evitare che tutto si risolva in chi è pro e chi è contro, ci deve essere una sintesi delle varie posizioni. In tal senso ringrazio il presidente per aver dichiarato il recupero di un metodo, una procedura che è importantissima e questo potrebbe essere già la partenza per tentare di ricomporre quantomeno un dialogo che francamente sui social non mi ha appassionato e al quale non ho partecipato né intendo farlo. 

È quindi una questione di metodo e per quanto riguarda il comune di Petralia Sottana, nel cui territorio ricade la struttura da realizzare; c’è stata una scortesia istituzionale. Avrei gradito, anche coinvolgendo i proprietari del terreno (Castellana, Bompietro e Petralia Soprana) che, Pino (ndr: rivolto a Pino Mogavero, presidente della Fondazione Gal Hassin), chi ne ha la titolarità istituzionale, quantomeno organizzasse un incontro con i soggetti, come il Comune di Petralia o il Parco, per spiegare il progetto…”

A questo punto interviene il Presidente della Fondazione Gal Hassin, Pino Mogavero e inizia un botta e risposta.

Mogavero“Ma l’abbiamo fatto, l’abbiamo fatto. Lo abbiamo presentato (ndr: si riferisce all’evento Gal Hassin del 29 agosto 2021) e invitato tutti i sindaci. Io ho invitato tutti. Se non sei venuto non è colpa mia”.

Neglia“Va bene, allora, se non sono venuto, però, Pino, allora è inutile che mi chiedete il parere”.

Mogavero“Io ti chiedo pareri? Io non ti chiedo niente”.

Neglia“È inutile che mi si chieda il parere come Comune a questo punto. Io sto parlando di cortesia istituzionale”.

Mogavero“Quando tu mi dici che hai messo a disposizione i locali, la prima volta mi hai detto: ‘Presidente, qua è tutto libero…”

Neglia“Presidente, io vorrei parlare…”

Mogavero“Però devi dire le come stanno”

Neglia“Io sto dicendo le come stanno. Io avrei gradito perché potevo chiedere direttamente ai tecnici che stanno redigendo il progetto se potevamo anche limitare il consumo di suolo che è stato previsto in questo progetto. È mia facoltà chiederlo? Dal punto di vista della presentazione io sono assolutamente d’accordo sul fatto che si realizzi il telescopio a Monte Mufara, però consentimi, e penso che qualunque sindaco, e tu lo sei stato sindaco, richiede anche rispetto, che nel proprio territorio venga anche coinvolto nella definizione del progetto e anche nella ideazione del progetto e anche nella proposizione di dubbi che ogni Sindaco può avere rispetto a qualcosa che si realizza. Quindi, secondo me, è legittimo da parte mia anche essere stato indispettito da una procedura che non mi ha coinvolto completamente, ma non in quanto Leonardo Neglia, ma in quanto Sindaco del Comune dove va alloggiato il telescopio. In breve, io non posso condividere il progetto di realizzazione dell’osservatorio, che è cosa diversa dal condividere il fatto che l’osservatorio è bene che si faccia, perché dal punto di vista scientifico, della ricerca, turistico e promozionale del territorio ha una grandissima validità, ma io quest’ordine del giorno non lo condivido e vorrei che fosse messo a verbale.”

Mi scuso con i lettori e con il sindaco di Isnello, Marcello Catanzaro, se non sono riuscito ad essere sintetico ma da quel consiglio dell’Ente Parco delle Madonie sono venuti fuori tanti interventi di grande interesse, alcuni dei quali credo che andrebbero approfonditi e trattati in un successivo pezzo. 

In pratica, il momento di stappare lo champagne non è ancora arrivato.

Gianpiero Caldarella

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Una spremuta di acqua intelligente/3

Inchiesta-“cuntu” sulla rivoluzione in atto nel settore idrico in molti comuni delle Madonie e del Palermitano – Cap. 3

I CASI PARTICOLARI E IL DUBBIO: UNA SCELTA VERAMENTE CONVENIENTE?

segue da: https://scomunicazione.wordpress.com/2021/06/14/571/(si apre in una nuova scheda)

Ci siamo chiesti come mai i comuni di Gangi, Pollina e Gratteri non abbiano aderito all’accordo quadro dal momento che, per come è stata dipinta la faccenda, sembra un percorso conveniente per tutti. 

Il sindaco di Gangi, Francesco Paolo Migliazzo, sentito a fine marzo, ci dice che “dipende dal fatto che noi avevamo già acquistato i contatori e quindi non era il caso. Abbiamo investito diverse centinaia di migliaia di euro qualche anno fa, non ero sindaco io e quindi i contatori sono a norma. Avevamo una minima parte non a norma ma li abbiamo acquistati e li stiamo sostituendo, quindi ovviamente non abbiamo aderito. Sa, stiamo parlando sempre di denaro pubblico. L’unica differenza è che i nostri contatori non hanno il telecontrollo. Ce ne faremo una ragione e andiamo a rilevare la lettura con un impiegato”.

Il sindaco di Gangi, Francesco Paolo Migliazzo

Tutto chiaro, i contatori per legge vanno sottoposti a revisione o sostituzione ogni dieci anni e il comune di Gangi li ha già sostituti da poco. Nessuna legge tra l’altro impone dei contatori smart.

Un po’ più interessante è il caso del Comune di Pollina, contattato telefonicamente a fine marzo. L’assessore Salvatore Gaglianello in merito ai motivi che hanno portato a non sottoscrivere l’accordo quadro risponde: “proprio pochi minuti fa ho parlato con il nostro assessore, Scialabba, che è assessore al comune di Pollina ed è anche assessore all’Unione dei Comuni, il quale mi ha detto di parlare con Sosvima, con Ficile, per capire, perché qui noi non ne sappiamo niente. Non ne sappiamo niente, perché, diciamo, questa rinuncia è stata fatta dalla precedente amministrazione, in quanto noi ci siamo insediati ad ottobre (ndr: 2020) e la cosa è una cosa vecchia che noi abbiamo saputo quando lei ha chiamato il sindaco Musotto (ndr: un paio di giorni prima avevamo scambiato due battute col sindaco Musotto che ci aveva rimandato all’assessore), perché altrimenti non ne sapevamo niente di questa cosa. Stiamo cercando di capire per quali motivi, perché la precedente amministrazione non ha aderito a questo progetto (…) anche perché non le nascondo che io mi occupo anche di tutto l’idrico a Pollina e avere i contatori con l’autolettura per noi sarebbe importante”.

A spiegare meglio le ragioni di questa “assenza”, ci pensa ancora una volta l’amministratore unico di Sosvima, Alessandro Ficile: “per quanto riguarda Pollina questo percorso di assistenza tecnica è partito con l’amministrazione Culotta la quale non si è sentita. Eravamo all’inizio del 2020, le elezioni dovevano essere a maggio, poi come lei sa la pandemia ha spostato il termine e alla fine si è arrivati ad ottobre. Quindi diciamo, fra gennaio e febbraio, quando tutti gli altri comuni hanno richiesto il nostro supporto tecnico, lei ha ritenuto opportuno di -come dire- non farlo anche per non mettere di fronte a un fatto compiuto, a una scelta del genere, la nuova amministrazione che si sarebbe insediata da lì a poco e che invece poi per altri motivi, le elezioni sono slittate e sono state portate ad ottobre. Quindi il motivo è di opportunità, di scelta, di visione, perché il comune di Pollina rientrava tra i comuni che in una prima fase abbiamo seguito”.   

Questo spaccato di conversazione d’un tratto inserisce un altro attore nel nostro racconto e cioè la politica. Il fatto che aderire o meno a questo accordo quadro, al di là dei tecnicismi e dei vantaggi e delle incertezze sulle scelte ancora da prendere, sia anzitutto il frutto “di una scelta, di una visione”, non lascia adito a dubbi. Si tratta indubbiamente di un atto politico, qualcosa di più di un atto dovuto, per dirla in breve. Inoltre, secondo la ricostruzione di Ficile, la delicatezza con cui l’ex sindaco Magda Culotta tratta l’amministrazione che seguirà, non meritevole di essere messa “di fronte a un fatto compiuto”, stride con il basso profilo tenuto da tutti o quasi gli enti coinvolti in questa faccenda in merito alla comunicazione e alle informazioni che potevano essere veicolate alle decine di migliaia di cittadini coinvolti dalle trasformazioni in atto nel settore dell’acqua. Per dirla con le parole, tra l’altro già citate, di uno dei sindaci coinvolti nell’accordo quadro: “attendevamo solo la conclusione del procedimento”. In altre parole, il fatto compiuto.

Dopo Gangi e Pollina, l’ultimo “caso particolare” da prendere in rassegna è quello del Comune di Gratteri. Riusciamo a contattare telefonicamente a fine marzo l’assessore Nico Cirrito a cui chiediamo come mai il Comune di Gratteri non ha aderito all’accordo quadro e la sua risposta è illuminante: “noi abbiamo fatto, diciamo, un’indagine di mercato, abbiamo chiamato direttamente Hitron e il fornitore di Hitron è Immedia che ci ha fatto uno sconto che a nostro avviso è più vantaggioso, ma forse è meglio che parli con l’ufficio tecnico che ha i dati per fare la fornitura diretta, risparmiando un bel po’ di soldi, penso. Siccome il nostro è un comune modesto, abbiamo acquistato un contatore che mediante la lettura pro-scan, noi passando per le strade del paese mediante questo sistema riusciamo ad avere una lettura immediata a differenza, penso, di altri contatori che andrebbero a fornire il dato direttamente alla centrale, praticamente in comune”.

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Una spremuta di acqua intelligente/2

Inchiesta-“cuntu” sulla rivoluzione in atto nel settore idrico in molti comuni delle Madonie e del Palermitano – Cap. 2

segue da: https://scomunicazione.wordpress.com/2021/06/14/una-spremuta-di-acqua-intelligente-inchiesta-cuntu-sulla-rivoluzione-in-atto-nel-settore-idrico-in-molti-comuni-delle-madonie-e-del-palermitano—cap-1/

UNA SCELTA CORALE E UNA DISCUSSIONE APERTA

Posta in questi termini, tutta la vicenda sembra non meritare particolare attenzione dal punto di vista giornalistico, come se il percorso fin qui elaborato dalle amministrazioni che gestiscono gli acquedotti fosse né più e né meno che un atto dovuto. Eppure una scelta tanto strategica quanto onerosa per le comunità coinvolte avrebbe sicuramente meritato più spazio nel campo della comunicazione istituzionale. In altre parole, le amministrazioni comunali avrebbero potuto fornire più informazioni sulle trasformazioni in atto nel settore idrico e delle scelte che stavano ormai da tempo operando.

Quello che succede è invece che un minimo di dibattito pubblico inizia a crearsi dopo che gli undici comuni coinvolti, tra il 16 dicembre 2020 e il 20 gennaio 2021, con delle delibere di giunta -cioè senza un mandato esplicito dei vari consigli comunali- approvano uno schema di accordo “per il conferimento, all’Unione dei Comuni “Madonie” del mandato per l’attivazione di un Accordo Quadro ai sensi dellart.54 del D. Lgs n. 50/2016, per la fornitura di Kit di contatori intelligenti da installare presso le utenze civili ed industriali” servite dagli stessi comuni nell’ambito del Servizio Idrico Integrato. Il primo Comune a firmare questo accordo è Sclafani Bagni, l’ultimo Petralia Soprana, dove ha sede l’Unione dei Comuni.

A questo punto, soprattutto sui social data la pandemia e l’impossibilità di riunioni in pubblico ci si inizia a chiedere quanto costeranno questi contatori smart, se la gestione del servizio idrico continuerà ad essere interamente pubblica, se i comuni avranno le necessarie risorse, cioè di personale competente per gestire delle reti informatiche capaci di interfacciarsi con ogni singolo contatore intelligente. 

Arriva quindi il momento in cui alcuni sindaci, come quello di Isnello, Marcello Catanzaro, sollecitato sulla questione via social, rassicura la popolazione dicendo che la gestione dell’acqua rimarrà pubblica e che per questo obbiettivo i comuni che hanno firmato l’accordo con l’Unione si sono impegnati in una battaglia che dura da più di un anno ottenendo il “regime di salvaguardia” che consentirà di continuare a gestire il servizio idrico senza cedere questa competenza all’Amap S.p.A. (Azienda municipalizzata Acquedotto di Palermo, ente gestore del servizio idrico integrato in 34 comuni dell’area metropolitana di Palermo), che quella dei contatori intelligenti è una scelta di efficientamento e di progresso, che l’Unione dei Comuni rappresenta gli interessi di ogni singolo comune e che in sostanza il comune di Isnello, nello specifico, ha le risorse o quantomeno le potenzialità per affrontare le nuove sfide contando sui propri mezzi. Sul come mai poco era stato comunicato fino a questo punto, la risposta data il 26 gennaio su Fb non lascia adito a dubbi: “Divulgare pubblicamente il raggiungimento e gli effetti di questo importante traguardo raggiunto era già intendimento di questa Amministrazione: attendevamo solo la conclusione del procedimento”.

Il sindaco di Isnello Marcello Catanzaro

La situazione è più o meno analoga negli altri comuni, vale a dire che i cittadini poco o nulla sanno di quanto sta accadendo. Intanto i fatti si susseguono rapidamente.

Il 18 febbraio 2021 con la determina n.3 l’Unione dei Comuni nomina il geometra Salvino Spinoso -già responsabile tecnico del comune di Petralia Soprana e a quella data in forze presso l’Unione dei Comuni-, come Responsabile Unico del Procedimento (R.U.P.) per l’attuazione della fornitura dei kit di contatori intelligenti. A firmare la determina è il Responsabile del settore tecnico dell’Unione, ingegnere Pietro Conoscenti.

Da notare che nella stessa determina, tra le premesse, si legge che “l’Amministratore Unico di SOSVIMA SpA con nota prot. N° 1780 dell’16.02.2021 ha invitato il Responsabile del Settore Tecnico dell’Unione di voler procedere con la massima celerità possibile all’avvio delle procedure necessarie al raggiungimento del precitato obiettivo”

Con questo passaggio nel nostro racconto entra in gioco un altro attore, cioè la Sosvima (Società Sviluppo Madonie), una società pubblico-privata nata nel 1997 come soggetto responsabile del patto territoriale e che da tanti anni consorzia enti pubblici e forze imprenditoriali, diventando ormai da tempo una realtà consolidata per lo sviluppo del territorio, grazie alle sue capacità progettuali e relazionali. A guidare la Sosvima, che ha sede a Castellana Sicula, è l’amministratore unico dottor Alessandro Ficile.  

Dal contenuto delle poche righe in cui la Sosvima è citata nella determina, possiamo dedurne che di certo non manca di autorevolezza o di capacità di convinzione se solo due giorni dopo dal “sollecito” viene nominato il RUP.

Qualcosa però non ha funzionato per il meglio, dato che il 7 aprile 2021 il geometra Spinoso rassegna le sue dimissioni volontarie irrevocabili dal ruolo di Responsabile Unico del Procedimento e così il 19 aprile 2021 con la determina n.19 dell’Unione dei Comuni viene nominato il nuovo Rup nella persona dell’ingegnere Pietro Conoscenti. A firmare la determina è ancora una volta il Responsabile del Settore Tecnico dell’Unione, cioè l’ingegnere Pietro Conoscenti. Quale sia il motivo delle dimissioni non si sa, ma quello che salta agli occhi è che solo tre giorni dopo, il 22 aprile, viene approvato dall’Unione il progetto per la fornitura di Kit di contatori intelligenti, un “piccolo” progetto da quasi tre milioni di euro.

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Una spremuta di acqua intelligente/1

Inchiesta-“cuntu” sulla rivoluzione in atto nel settore idrico in molti comuni delle Madonie e del Palermitano – Cap. 1

Mettetevi comodi se avete voglia di sapere cosa si muove in molti comuni del palermitano e in particolare delle Madonie attorno ad uno dei beni primari per la vita dell’uomo e cioè l’acqua. In fondo riguarda anche le vostre tasche, dato che diversi comuni si stanno attrezzando con dei mutui per far fronte alle spese necessarie per adeguarsi alle nuove leggi e regolamenti. Sono tutte quante spese necessarie? Starà a voi rispondere a questa ed altre domande, se avrete un po’ di tempo e di attenzione da dedicare alla lettura di questo lungo pezzo. Del resto anche l’acqua impiega il suo tempo per scendere dalle montagne fino a valle. A noi invece tocca l’onere di proporvi questo “cuntu”, un’inchiesta che inizia proprio dal conto, dal conteggio dell’acqua che sarà affidato a dei contatori intelligenti e che abbiamo diviso in tre parti. Seguirà poi la parte relativa al regime di salvaguardia, quello ottenuto dai comuni per continuare a gestire in proprio il servizio idrico. Anche lì ci sarà tanto da raccontare e da spiegare. In quanto al metodo, abbiamo deciso di non dare nulla per scontato, per questo abbiamo citato nel dettaglio leggi e regolamenti, abbiamo cercato di guardare ai vantaggi e ai possibili svantaggi di determinate operazioni su larga scala, abbiamo cercato di avere informazioni su cosa accade altrove per capire meglio cosa sta succedendo sulle Madonie. Adesso possiamo aprire i rubinetti. Servitevi pure.

I NUOVI CONTATORI: DOVE QUANDO E PERCHE’

Tra qualche mese in undici comuni delle Madonie faranno la loro comparsa i nuovi contatori intelligenti che andranno a sostituire i vecchi contatori dell’acqua. Veniamo ai numeri: un totale di 21.980 contatori e 37 sistemi smart (telelettore e software di gestione) per un importo a base d’asta che è stato fissato in quasi tre milioni di euro, per la precisione 2.940.893,79 euro

Tabella tratta dalla deliberazione n.16/2021 della giunta dell’Unione dei Comuni “Madonie” con i costi complessivi del progetto.

Il progetto “Fornitura di kit contatori per acqua potabile con modulo di telelettura” è stato infatti approvato dalla giunta dell’Unione dei Comuni Madonie il 22 aprile 2021 e il 3 giugno è stato sottoscritto l’avviso pubblico di manifestazione di interesse per procedere alla selezione delle aziende che parteciperanno alla procedura ristretta. Ultimo giorno utile alle imprese che vorranno  partecipare a questa gara sarà il 6 luglio.

I comuni interessati a questa “rivoluzione smart” sono: Caltavuturo, Campofelice di Roccella, Castelbuono, Collesano, Geraci Siculo, Isnello, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Polizzi Generosa, Scillato e Sclafani Bagni, al cui interno risiedono complessivamente più di 35mila cittadini.