Preterintenzionale

Preterintenzionale. Quanti italiani capiscono il significato di questa parola?

Nella maggior parte dei casi, visto che comincia con “prete”, il vicino di casa supporrà che ha a che fare con il perdono. Del resto in Italia si perdonano tante cose. Si conoscono i peccati ma i nomi dei peccatori rimangono sconosciuti. Non importa che siano pubblici ufficiali che hanno abusato del loro potere o banchieri che hanno trasformato i depositi dei cittadini nelle loro riserve di caccia.stefano-cucchi1

Ego te absolvo” dice lo Stato e scompare il dolo, scompare la colpa, scompare il rimorso, scompare la giustizia e la consolazione.

Del resto, anche il reato di tortura può essere preterintenzionale. No, mi sto sbagliando, quello non esiste ancora, non l’abbiamo ancora scoperto. Aspettiamo il salvatore, indecisi sulla sua identità. Sarà un nuovo Cristoforo Colombo o un nuovo tenente Colombo?

Gianpiero Caldarella

Rosso fisso

Le sveglie furono le prime a scomparire.

Per i primi tempi si continuarono ad usare quelle a carica manuale, perché le abitudini sono difficili da eliminare, anche se sono inutili. Poi furono portate in soffitta o riempite di pepe, rigorosamente verde. Nessuna macchina timbra cartellino era più funzionante nell’intero Paese. Del resto, per fare il suo lavoro, quella macchinetta doveva stare attaccata alla corrente e di energia elettrica non ce n’era più da quando era finito il petrolio.

Le giornate cominciavano col cinguettio degli pterodattilografi, lavoratori un tempo alienati ed oggi felici, che avevano trasformato le loro vecchie macchine da scrivere in morbidi carillon. Ogni tasto era una nota, e i migliori compositori lubrificavano i loro strumenti con erba di vento e piume di oca nomade. Però le oche, per quanto nomadi, non amavano frequentare i centri storici delle città, e anche l’erba di vento amava crescere nelle periferie. Pertanto le case migliori, le più ricercate, si trovavano a confine con la campagna. Lì gli pterodattilografi davano il meglio di sé.

Cominciare bene la giornata era una ricchezza, uno status symbol, più o meno come decenni prima lo erano i Suv o le telecamere HD. Intanto i Suv erano diventati delle colorate cabine doccia per bambini. I più blasonati ed ingombranti invece diventarono orinatoi pubblici per signora con serbatoio filtrante e marmitte in bambù che riversavano l’acqua sui gelsomini che intanto avevano preso il posto delle strisce pedonali. Anche le telecamere che stavano per le strade, davanti alle banche o ai negozi, non erano più riconoscibili. Erano diventate fioriere e grandi vasi per la vite americana, l’unico mito resistito all’abbandono della filosofia a stelle e strisce.IlMale_15.pdf

Al massimo si lavorava due o tre ore al giorno, non c’era più bisogno di produrre merci che non interessavano più nessuno.

Niente smartphone e social network, tanto ci si incontrava nei soliti posti e poi, se proprio serviva un aiuto, 400 mila allevatori di piccioni viaggiatori avevano sostituito quattro gestori di compagnie telefoniche. Continua a leggere

Er cecato e Occhionero

Se ritrovarono tutt’e due a Regina Coeli,

dopo aver ballato la danza dei sette veli

con la panza ricoperta di peli.

“Tu l’hai cojonati co’ mafia capitale

ma io so i cazzi di tutto lo stivale”

disse Occhionero al suo rivale.

“Qui semo ar gabbio e semo a Roma, coccobello,

qui so’ meglio io, altro che virus, usa er cervello”

rispose Er cecato senza fare bordello.occhineri

E così, dopo quella che pareva ‘na provocazione

i due si misero a cercare una soluzione,

che in fondo tutt’e due c’avevano ragione.

“Se ce scambiamo le notizie non è male

tiriamo in mezzo ar ministro e ar cardinale

e vediamo che succede in tribunale”.

L’occhio nero tutto furbo guardò l’occhio bendato,

e capirono che stavorta avevano svortato,

che messi insieme non ci poteva neanche un magistrato.

Che i segreti in Italia sono come le suole

pesti la merda e dici: “che profumo di viole”,

occhio non vede e cuore non duole.

Gianpiero Caldarella