Cari madoniti, diciamolo chiaramente: il Parco delle Madonie andrebbe abolito senza tante discussioni. Che senso ha mantenere dei vincoli ambientali solo per chi ci vive, quando i Comuni in primis, non fanno altro che promuovere politiche di devastazione ambientale? Progetti di funivia tra Campofelice e Piano Battaglia, progetti di ponti sospesi, panchine giganti, colate di cemento in aree protette e tutto in nome di uno sviluppo turistico senza capo né coda.
Programmazione zero, manutenzione dell’esistente zero, meccanismi di partecipazione ai progetti di sviluppo del territorio inesistenti. E intanto le strade cadono a pezzi e rendono pericolosi e costosi i nostri spostamenti, i rovi e le piante invadono le carreggiate, i collegamenti tra i comuni del comprensorio sono scarsi e nella stagione estiva si riducono (vedi la corsa mattutina da Castelbuono a Isnello che si interrompe con la fine della scuola), mentre i tempi di attesa delle ambulanze sono indefiniti. In Africa dicono che Dio non ha fretta. Tutto arriva per chi sa aspettare.
E adesso come se non bastasse, con l’ultima vicenda del telescopio Fly Eye il potere ha buttato giù la maschera. Il Governo ha dichiarato l’opera di interesse strategico per la nazione e quindi si può costruire e cementificare su Monte Mufara, in barba a qualunque legge sui parchi e sulle aree protette. Da un certo punto di vista, questa “vittoria” eticamente equivale a un “condono”, diciamo una sorta di “condono preventivo”, dato che l’autorizzazione a costruire ci sarà in sfregio alle regole che valgono per tutti, in sfregio all’ambiente e alle generazioni future.
A proposito, avete memoria di progetti di interesse strategico per la nazione che non siano fatti in nome di interessi per la Difesa, cioè di interessi collegati agli asset militari? Anche il MUOS di Niscemi, la base della marina militare americana nel sud est della Sicilia con radar potentissimi ha avuto più o meno lo stesso “percorso strategico” di approvazione. Certo, le similitudini non confermano nulla, ma non si può escludere che ci sia più di quanto ci raccontano.
Rimane comunque una vittoria della scienza, che tutti i comuni madoniti hanno supportato con il massimo impegno, scrivendo comunicati congiunti, cercando incontri alla Regione e al Ministero, sforzandosi in ogni modo per far sì che l’eccezione prevalesse sulla regola.
E del resto gli scienziati e i cultori delle scienze astronomiche non mancano di certo all’interno delle amministrazioni madonite e a loro vanno i più stellari complimenti. “Il Fly Eye si deve fare, è indispensabile per il territorio”, ripetevano come un mantra. È singolare il fatto che su una ventina e passa di comuni che hanno sottoscritto appelli per il Fly Eye, solo in tre abbiano in questi anni aderito al Gal Hassin come soci. Solo Castelbuono, Collesano e Petralia Sottana, oltre che Isnello a cui appartengono le strutture e che ha messo su la Fondazione. Il loro amore per la scienza non vale quando ci sono da pagare mille euro o poco più? Credono che l’amore per la scienza non meriti una spesa che normalmente si affronta per la sagra della salsiccia ballerina?
In ogni caso, il Gal Hassin, struttura scientifica dal glorioso futuro nata nel 2016, che finora ha sofferto per mancanza di fondi tanto da fare ripetuti appelli alle istituzioni regionali e nazionali, può tirare un sospiro di sollievo. Le ristrettezze economiche potrebbero alleviarsi, come emerso anche nella riunione del Consiglio del Parco delle Madonie del 22 aprile 2002 (https://scomunicazione.wordpress.com/2022/04/24/quale-progetto-per-monte-mufara-lettera-aperta-al-sindaco-di-isnello-marcello-catanzaro/). La scommessa è vinta, la scienza ci salverà o si salverà, a seconda del punto di vista. E chi può dirsi contrario alla scienza? Certo, sarebbe bello se una struttura scientifica tanto all’avanguardia come il Gal Hassin non dovesse più soffrire di crisi legate al denaro e alla programmazione, se la gestione fosse affidata all’Università, o ad un istituto nazionale o europeo di ricerca. Al momento infatti, è controllato (tre dei cinque membri del CdA sono nominati dal Consiglio comunale di Isnello) e sostenuto, per quel poco che si può, anche economicamente con i pochi fondi a disposizione nelle casse di un piccolo comune di poco più di mille abitanti. Potete immaginare le competenze di un consigliere comunale, nessuno escluso, nello scegliere i membri del CdA di un ente dalla missione tanto delicata.
Intanto, fra le tante cose non dette dagli amanti della scienza, c’è il discorso sul “vile denaro”. Questo progetto infatti costerà circa 20 milioni di euro nelle previsioni, soldi dell’Esa per intenderci. Che fa li dovevamo perdere? L’Esa, per chi ha un po’ di memoria, a marzo aveva dichiarato che se entro un paio di mesi non si sbloccava l’iter per Monte Mufara, sarebbe andata alle Canarie dove ancora stanno aspettando che arrivi il mese di giugno.
Ma cerchiamo di essere elastici così se la montagna ci sente comincia a stiracchiarsi, del resto la sua cima dovrà essere livellata per ospitare una bella colata di cemento di 840 metri quadri (di cui 480 coperti e 360 di piazzale) per un’altezza che sfiora i 14 metri. E vogliamo parlare dei consumi? Più o meno equivalenti al consumo standard di quasi 900 famiglie (più di 2300 MWh annui). È come se collocassimo un intero paese in cima alla montagna. Del resto se la faggeta sarà incompatibile con il microclima che si creerà sulla Mufara potremo sempre piantare delle palme. Chissà quanti turisti, una piccola California.
E grazie alla scienza, non rischieremo più di essere investiti dai detriti spaziali, che la munnizza è un problema anche nell’universo. Per quella lungo le strade, ci stiamo attrezzando. Intanto fate attenzione a non essere investiti da un cinghiale. Dovrebbe diventare la mascotte del Parco delle Madonie il cinghiale, l’esempio più lampante di come una programmazione accurata sia destinata a raccogliere risultati eccellenti. Tutto sotto controllo. Cinghiali e daini li faremo pascolare sulla luna. Basta guardare le stelle e i piccoli problemi di noi umani sembrano sparire. Cosa volete che siano le Madonie di fronte ai Bastioni di Orione? Quisquiglie!
Vi piace la prospettiva? Saremo tutti più ricchi, quindi tanto vale che il Parco delle Madonie venga soppresso e considerato inutile e antistorico. Ricordatevene fra dieci o venti anni quando nessuno si assumerà la paternità di quello che sta accadendo oggi e magari la natura chiederà il conto.
Gianpiero Caldarella, con la collaborazione di Pino Di Gesaro e Filippo Alfonso