Un altro ministro se ne va ma il governo non ha ancora toccato il fondo. Dal fondo del pozzo, che magari sarà pure un Pozzo Democratico, esce fuori una gran puzza. Da tempo il partito più trendy d’Italia ha iniziato a scavare e di tanto in tanto l’opinione pubblica riesce a intravedere qualche lobby, effetto collaterale di una trivellazione mal riuscita, di una procura troppo solerte, di un giornalista non ancora imbavagliato.
La base del partito sembra essere sempre più ridotta, come se si vergognasse a manifestarsi, il che ricorda i tempi d’oro del Berlusca, quando in tanti lo votavano ma in pochi avevano il coraggio di ammetterlo. E allora, per capire qualcosa di questa politica, non bisogna guardare l’orizzonte ma occorre scrutare gli abissi, il fondo di questa democrazia formale e pararappresentativa.
Tutti noi dovremmo sapere che non è possibile estrarre petrolio senza generare scarti di lavorazione che poi, specie se non trattati, vanno ad inquinare l’ambiente. Allo stesso modo, avremmo dovuto imparare da tempo che in Italia non è possibile amministrare la cosa pubblica senza generare tanti di quegli scarti della politica che alla fine bonificare l’ambiente da mazzette, corruzione, mafie e familismo sarà un’impresa impossibile o quantomeno disperata.
E allora, cari partiti di governo presenti e passati, visto che si avvicina il referendum e avete tanta voglia di trivellare, cominciate col trivellarvi la coscienza, piuttosto che rompere la palle parlando di coscienza e di libertà ogni volta che volete limitare le libertà dei singoli e delle minoranze. Altro che rispolverare la questione morale, sarebbe quello il vero giacimento da scoprire in Italia.
Saremmo tutti quanti un po’ più ricchi, e non solo economicamente.
Altro che petrolio!
Gianpiero Caldarella