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Isnello e il bando borghi. Il Medioevo della democrazia

L’ANTEFATTO

Isnello nella primavera del 2022 è stato fra i comuni vincitori del cosiddetto “Bando Borghi”, promosso dal Ministero della Cultura per valorizzare i piccoli Comuni, dandogli un’opportunità di resistere allo spopolamento. Hanno partecipato molti piccoli comuni, e nel comprensorio, oltre ad Isnello, i progetti selezionati sono stati quelli dei Comuni di Gratteri, San Mauro Castelverde e Polizzi Generosa.  

LE CIFRE

Il Comune di Isnello è stato risultato assegnatario di € 1.344.000 per il bando che serviranno per la demolizione dell’edificio delle poste nella centrale Piazza Mazzini e la costruzione di un nuovo edificio polivalente, per un importo che sfiora il milione di euro e servirà come infopoint, sede del museo Trame di Filo e lì verrà trasferita una sezione della biblioteca comunale.

L’immagine dell’edificio che sorgerà in Piazza Mazzini, da molti ormai conosciuto come “tabbobbio”

La restante parte del finanziamento (circa  350 mila euro) verrà usata per avviare progetti di rigenerazione urbana (ricordiamo che il fine ultimo è il contrasto allo spopolamento) con quasi una decina di partner che hanno firmato dei protocolli d’intesa con il Comune. Gli unici partner che si sono fatti avanti ad Isnello dopo la pubblicazione dell’avviso da parte del Comune sono, la Pro Loco (destinataria secondo il protocollo di intesa di 40 mila euro) e la Fondazione Gal Hassin (59 mila euro). Altri partner sono l’Ente Parco delle Madonie come partner istituzionale, Le Vie dei Tesori (29mila euro), Southworking (43 mila euro), Jacopo Fo srl (42 mila euro), la T Global (36mila euro), la EU Consulting (30mila euro), Mercadante srl (19 mila euro) e Associazione Lympha (50 mila euro). Quest’ultima è l’unica che dovrebbe cofinanziare con cinquemila euro l’azione proposta, tutti gli altri soggetti non hanno impegnato nessun euro. Certo, assisteremo a dei bei concerti, seminari di filosofia, brillanti post sul sito de Le Vie dei Tesori, ma cosa resterà alla fine alla comunità? La finta Stonehenge di Jacopo Fo, qualche schermo con alzata elettrica per il Gal Hassin, ma in che modo la comunità potrà crescere se non è stata considerata nella sua interezza come protagonista e non è stata coinvolta fin dall’inizio in questo processo di rigenerazione? Nella migliore della ipotesi noi isnellesi saremo bravi spettatori di questo spettacolo, nella peggiore saremo come gli indiani d’America, costretti a chinarsi il capo nel ringraziare per le luccicanti perline portate in dono dai colonizzatori, che vengono sempre presentati come benefattori e non come abili soggetti che fanno impresa e per fare questo bisogna essere sempre attenti a non parlare di cifre.

A queste somme bisogna aggiungere la cifra di 645.664 euro che saranno utilizzati in favore di imprese esistenti sul territorio o che dovranno nascere, attraverso la partecipazione a un bando, promosso sempre dal Ministero dal Cultura, che si è aperto l’8 giugno e si chiuderà l’11 settembre.

Un bando molto vantaggioso perché prevede contributi fino a 75mila euro a fondo perduto al 90% e nel caso di nuove imprese con prevalenza giovanile o femminile fino al 100%.

A conti fatti, stiamo parlando di circa due milioni di euro che si muoveranno a breve sul territorio.

IL FATTO

Venerdì 30 giugno alle 17 presso il Centro Sociale di Isnello, il Comune organizza un incontro-conferenza per parlare di questo bando destinato alle imprese. Tra gli interventi previsti quelli del sindaco di Isnello Marcello Catanzaro, e del suo assessore Luciana Cusimano, del Project Manager della EU Consulting Rosario Genchi, del presedente della Commissione lavoro dell’ARS Fabrizio Ferrara, del sindaco di Collesano Tiziana Cascio, del Sindaco di Castelbuono Mario Cicero, del Commissario del Parco delle Madonie Totò Caltagirone, e del dottor Antonio Tumminello come rappresentante della Tumminello srl.

La locandina della conferenza

La qualità degli interventi è pregevole anche se le belle parole poco o nulla hanno a che fare con la “ciccia”, cioè su come è realizzato il bando, chi vi può partecipare, per fare cosa ecce cc. Per arrivare a quello bisogna aspettare le ore 19 con l’intervento del dott. Genchi della EU Consulting (società che si occupa di progettazione per bandi pubblici ed oltre ad essere partner del progetto l’ha anche redatto per conto del Comune di Isnello ed è stata per questo liquidata nell’aprile del 2022).

Dopo qualche domanda da parte del pubblico, interviene il capogruppo di minoranza in Consiglio Comunale ad Isnello, Gianpiero Caldarella, ponendo anzitutto all’attenzione della platea e dei pochi relatori rimasti (il sindaco Catanzaro cortesemente si allontana non appena interviene il consigliere di opposizione) la questione della tempistica. Infatti sono passati già 22 giorni dalla pubblicazione del bando e questo è il primo incontro pubblico che si realizza. L’11 settembre è alle porte e nel mese di agosto non è esattamente facile ottenere preventivi o confrontarsi con esperti. Inoltre, dato che nel corso della conferenza è stata data notizia anche di un altro avviso relativo a tre progetti che saranno seguiti gratuitamente dalla EU Consulting, se risulteranno vincitori di un bando promosso dal Comune che si chiude il 14 luglio, allora la retorica del “ci vuole una settimana” non è esattamente calzante. Ma soprattutto il consigliere Caldarella fa riferimento al fatto che il bando borghi nasce per mettere in rete le esperienze e i saperi presenti ad Isnello ed è già successo che per quanto riguarda i partner selezionati nel marzo 2022, tra la pubblicazione dell’avviso da parte del Comune, le manifestazioni di interesse da parte dei soggetti selezionati (che spiegavano in cosa consisteva l’azione che proponevano e quanto sarebbe costata, ma non abbiamo evidenza di nessun momento di selezione delle proposte giunte al Comune) e la firma dei protocolli d’intesa NON C’È STATO NESSUN INCONTRO PUBBLICO CHE STIMOLASSE LE REALTÀ CULTURALI E ASSOCIATIVE DI ISNELLO A PARTECIPARE. Ragion per cui chi conosce le dinamiche di Isnello può capire come mai hanno partecipato solo la Pro Loco e la Fondazione Gal Hassin. Da parte nostra siamo convinti che solo il massimo grado di coinvolgimento e di partecipazione della comunità locale può dare dei frutti duraturi. Per questo il consigliere Caldarella ha cercato di mettere in guardia l’amministrazione dal non commettere gli stessi errori, anche perché in quest’ultimo anno le associazioni di categoria a Isnello (artigiani, commercianti, allevatori…) non sono mai state coinvolte o chiamate a partecipare ad incontri, anche in vista di questo bando.

Un’altra considerazione fatta dal consigliere Caldarella è quella relativa al bando sulle imprese che dovrebbe prevedere una premialità, cioè dei punti destinati alle aziende all’interno delle quali sono presenti dei residenti nel comune di Isnello. Il Consigliere viene immediatamente smentito dal Dott. Genchi che afferma che questo tipo di premialità non c’è. In realtà il bando del Ministero della Cultura lo prevede e alla fine della conferenza il Consigliere Caldarella lo fa notare al Dottore Genchi che ammette in buona fede la svista che lo ha portato a rispondere in modo errato.

Un estratto dai criteri di valutazione del bando dove si parla di premialità per i residenti

E sempre a proposito di partecipazione della comunità locale, è stato fatto notare al Dott. Genchi che l’invito a partecipare alla conferenza è arrivato al presidente del Consiglio Comunale di Castelbuono e ai consiglieri, quasi sicuramente anche a quelli di Collesano, ma non ai consiglieri comunali di Isnello, che dovrebbero essere quelli maggiormente coinvolti dall’iniziativa.

Il Dott. Genchi ha risposto che da parte loro l’invito al Comune è stato spedito. Evidentemente, per l’ennesima volta, dentro il Comune di Isnello c’è qualcuno che tende a non trasmettere, a limitare la partecipazione, ad “oscurare il cielo” per usare termini cari a certi interpreti della democrazia che mal sopportano le critiche, il ruolo della stampa e quello delle minoranze. Del resto in questo caso si parlava di borghi e Montesquieu nel Medioevo non era ancora nato.

A questo punto è iniziato il patatrac, nel senso che il consigliere Caldarella, dopo appena tre minuti dall’inizio del suo intervento, è stato interrotto più volte dal pubblico (spesso ignaro e felice di poter sentire solo una campana) limitando di fatto il suo diritto di espressione e anche il diritto di rappresentanza, trattandosi di un evento organizzato dal Comune in cui egli ricopre il ruolo di consigliere.

Nonostante le altre interruzioni riesce a fatica parlare per altri quattro minuti dopodichè il sindaco, conclude la seduta dicendo che questo è un incontro tecnico, di non fare “polemiche inutili” e che se è il caso l’aspetto politico di questo percorso sarà affrontato in Consiglio Comunale. Ora, già l’utilizzo dell’espressione “polemiche inutili” è indice della considerazione che si ha per le minoranze e per il rispetto delle regole minime della democrazia (come la trasmissione degli atti, la trasparenza e il confronto), in più parlare di un “incontro tecnico” dopo due ore di excursus politici sulle buone intenzioni che animano il comprensorio appare come una bella parola priva di sostanza.

In realtà la sostanza potrebbe essere quella che si teme di non poter sfruttare a pieno i finanziamenti messi a disposizione dal Ministero e per questo si è cercato di coinvolgere anche Castelbuono e Collesano. Un buon affare per tutti, insomma. Cosa giusta, se non apparisse come un chiaro segnale che noi isnellesi non meritiamo tutti di essere coinvolti per tempo (magari qualcuno sì) ed essere informati a dovere, ma solo a cose fatte o quasi. Il copione si ripete, la sceneggiata della concordia del comprensorio funziona, ma solo per le feste comandate.

 Il fatto che se ne parlerà in Consiglio Comunale (dove qualche membro della maggioranza ha in più occasioni cercato di limitare i tempi della discussione dicendo che “in Consiglio si producono atti, non si fa campagna elettorale”) non è certo un rimedio efficace dopo tutto questo tempo sprecato.

E a proposito di Consiglio Comunale, dato che l’On. Ferrara parlava di “turismo delle radici” e di ritorno nei territori dei cittadini emigrati, è bene ricordare che gli isnellesi che vivono fuori non possono neanche seguire il Consiglio Comunale in diretta streaming perché la maggioranza ha bocciato questa proposta. Del resto la diretta streaming dei Consigli non c’era neanche nel Medioevo.

IL SEQUEL

Come se non bastasse, qualche ora dopo la fine della conferenza, quello che era il sindaco di Collesano fino a un mese fa, Giovanni Battista Meli, sulla sua bacheca Facebook pubblica un post in cui stigmatizza il comportamento del consigliere Caldarella paragonandolo ad una “nuvola fastidiosa” che per fortuna “passa veloce..oscura, disturba per qualche minuto.. poi fortunatamente va sempre via in fretta e il sole può così ritornare a splendere..”.

E aggiunge: “È triste e difficile prendere coscienza della realtà.. quella nuvola infatti rappresenta una parte importante del vostro Consiglio Comunale.

Ritengo infatti che indipendentemente dai ruoli diversi previsti.. i rappresentanti istituzionali in queste rare occasioni, dovrebbero sempre apparire uniti, compatti, dando priorità assoluta anche alla forma…nell’interesse esclusivo della comunità rappresentata.

Vorrei dire anche a questo signore.. non ricordo nemmeno il suo nome.. che ipotizzare interventi imprenditoriali realizzati soltanto da chi ha la residenza comunale…chiude le porte ai confini locali di un paese bellissimo che al contrario ha bisogno di aprire l’orizzonte, accogliendo con entusiasmo nuovi stimoli e nuova imprenditorialità..

Avere al contrario questa visione così chiusa, cupa e limitata nelle prospettive future è veramente preoccupante e molto triste.

Cosi facendo si ostacola la prospettiva di crescita,lo sviluppo e inevitabilmente ci si isola, allontanando i giovani dal nostro territorio.”

Replicare all’ex sindaco di Collesano non è difficile una volta che si conoscono i fatti e lo si può fare anche tra virgolette: “Al Sig. Giovanni Battista Meli, che non ho nessuna intenzione di privare di un nome e di un cognome, al contrario di quanto fa lui con l’eleganza che lo contraddistingue, vorrei ricordare che l’oscurità e l’opacità sono caratteristiche delle amministrazioni che considerano la trasparenza solo un pericoloso fastidio e qui eravamo in presenza non solo di un’omissione (l’invito non trasmesso) che ledeva i diritti della minoranza, cioè di una parte consistente della comunità, ma anche di un percorso progettuale monco rispetto alla partecipazione degli attori locali. Inoltre, rispetto all’affermazione “ipotizzare interventi imprenditoriali realizzati soltanto da chi ha la residenza comunale”, va detto che questa è una sua invenzione che non sta né in cielo né in terra, forse è il frutto di un sogno tra le nuvole mentre percorreva la funivia che dovrebbe collegare Campofelice a Piano Battaglia.

Personalmente ho parlato della possibilità che ci fosse una premialità per i cittadini residenti a Isnello, cosa che di fatto è vera, così come prevista nei criteri di valutazione del Ministero della Cultura. Quindi ad avere una visione chiusa, cupa, limitata, preoccupante e triste sarebbe il Ministero che ha finanziato il progetto del Comune di Isnello. Ma lei non poteva saperlo, le bastava apostrofare un rappresentante della comunità, magari per strappare un like al sindaco di Isnello, a qualche Assessore e Consigliere, al Presidente del Consiglio. Questi ultimi, piuttosto che prodigarsi per stimolare la partecipazione, o per difendere l’onorabilità del Consiglio Comunale, hanno dato un’ulteriore dimostrazione di come sia molto più facile cercare un capro espiatorio, perché se i progetti non vanno in porto non è perché non si lavora bene, ma perché l’opposizione dice la sua e non applaude quando parla il Sindaco. La democrazia è un’altra cosa, Signor Meli. I borghi passano, come è passato il Medioevo, e come passano i like, ma i paesi restano e non tutti si piegano alla logica del più forte, dei novelli Batman che combattono le tenebre che hanno in testa.”                                                                                              

Gianpiero Caldarella

Dal blog alle librerie

I lettori di questo blog conoscono già i “Frammenti di un discorso antimafioso”, sono nati proprio qui, nella loro prima stesura, certo erano un po’ di meno, ma l’idea c’era già tutta. Mi avete seguito durante la scrittura di questi frammenti che poi si sono ampliati, sono stati rivisti più volte, altri ne sono stati aggiunti, il lavoro si è poi arricchito con la prefazione del semiologo Gianfranco Marrone, con la postfazione del giornalista Sergio Nazzaro e la copertina del vignettista Mauro Biani. A loro va il mio grazie, ma non posso dimenticare di ringraziare anche voi che avete seguito e sostenuto questo lavoro a partire dalla sua genesi. Adesso, come vi dicevo, questi Frammenti hanno preso la forma di un libro (Navarra Editore, € 10) che ho già presentato un paio di volte e che sarà in distribuzione in libreria a partire dal 15 ottobre in Sicilia e a partire da novembre in Italia. Intanto ho anche creato una pagina facebook sul libro, che vi invito a seguire (se ne avete voglia) perché lì ho già iniziato a pubblicare e pubblicherò estratti del libro, recensioni, prossimi appuntamenti, pareri dei lettori, ecc. L’indirizzo della pagina fb è questo: https://www.facebook.com/frammenti.discorso.antimafioso, se vi aggrada non esitate a cliccare “mi piace”, a diffonderla, a farla conoscere agli amici o alle persone che pensate possano essere interessate. L’editoria è una bestia strana e Navarra Editore non è certo Mondadori o Rizzoli o Mondazzoli che dir si voglia. Si va avanti a piccoli passi, ma ognuno di questi è importante.

Alcuni di voi, sono sicuro, hanno già una copia in mano e l’hanno già letto e pertanto vi invito a scrivere cosa ne avete pensato di questa lettura, altri magari sono nelle condizioni di organizzare una presentazione nella loro città, cittadina, paese ecc. In tal caso non c’è che da mettersi in contatto e passare dalla teoria alla pratica. Intanto, visto che non posso io a parlarvi di questo libro, dato che sono parte in causa, vorrei iniziare col farvi leggere alcuni dei pareri fin qui raccolti.

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Fabio Sanfilippo: “Si capisce che quel simpaticone di Gianpiero Caldarella qualche cosa se l’è fatta imprestare da Roland Barthes ma quello che non si capisce – e anche per questo che vi dovete accattare e leggere iFrammenti di un discorso antimafioso – è che c’è tanto di Leonardo Sciascia in queste pagine. Poi siccome che Giampiero è maestro di satira qualche sorriso ci scappa pure in mezzo a tanto riflettere. Sorriso amaro però. Alla fine ci pensi e ci ripensi. Poi ci pensi ancora e ci ripensi. E ti dici che quasi quasi ti stavi scordando che in questo Paese la mafia ancora esiste. E l’antimafia. Quindi grazie Gianpiè.” (post pubblicato sulla pagina Fb del libro)

Antonino Cangemi:Quante sfaccettature ha oggi l’antimafia? E quante di esse si rivelano ambigue e sinistre? La maggior parte? Quante volte, nell’antimafia, prevalgono le parole sull’agire? È lecito chiederselo dinanzi a casi come quello di Helg e di tanti altri, simili e inquietanti.

Nel proliferare di commemorazioni e cortei animati da figure, e non di rado figuri, poco credibili il bla bla bla antimafioso è diventato una Babele indecifrabile e vuota. E il discorso antimafioso assomiglia a quello amoroso dissacrato da Roland Barthes: è fine a se stesso, sterile, enfatico nel suo conformistico armamentario linguistico.

Ecco perché appare attualissimo il recentissimo “Frammenti di un discorso antimafioso” di Giampiero Caldarella, edito da Navarra, che richiama nel titolo e nella struttura il celebre “Frammenti di un discorso amoroso” di Barthes, un libro, come altri capolavori (si pensi, ad esempio, al “Candido” di Voltaire) destinato a generare altri libri.

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“Nuovi Cooperanti padani”. Alberto da’ Tanzania

giussano

Altro che radici padane. La Lega Nord non disdegna le relazioni internazionali, basta spulciare sul sito del Parlamento europeo per vedere quali e quanti incarichi hanno i suoi deputati a Bruxelles. E poi nella storia recente di blasonati esponenti di quel partito non mancano le relazioni traffichine in Albania, in Tanzania… Tutto fa brodo nelle casse padane, purché viaggi in un aereo di prima classe.

La domanda sorge spontanea: MA IN PADANIA LO SANNO?

Marco Pinna e Gianpiero Caldarella

“Nuovi Cooperanti padani”. Salvini il Mongolo

moncolia def

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Taccio dunque ascolto. Voyeur o buongustaio della parola?

L’ascolto ci rende persone migliori? Domanda inutile o forse formulata male. La maggior parte di voi avranno già pensato: “dipende da cosa si ascolta o da chi si ascolta”. Ok, allora ipotizziamo per un momento di essere in un mondo ideale dove tutto ciò che si ascolta ha un senso, senza dare giudizi di valore, né buono né cattivo, né bello, né brutto, al di là dell’etica e dell’estetica. L’ascolto diventerebbe allora qualcosa di simile ad un interruttore, a un click che mette in “off” la propria parola. Per dirla in parole povere, quando si ascolta non si parla. In questa ipotetica situazione, il tempo dell’ascolto sarebbe quella cosa che ci permetterebbe di avere un equilibrio con il tempo della parola. Che è diverso dal tempo dell’espressione, anche l’ascolto può essere “espressivo”, a tratti emozionante, o distratto, o interessato o altre mille cose. In termini “tecnici”, cioè se entriamo nel campo delle teorie della comunicazione, l’ascolto è il tempo della “ricezione”. Per dirla in termini più “umani”, cosa che preferisco, ascoltare è l’equivalente di ricevere. Viceversa, parlare sarebbe l’equivalente del dare. Dare e ricevere, parlare e ascoltare, è chiaro anche a un bambino che dovrebbe esistere un equilibrio fra le due cose. Eppure tutti noi abbiamo fatto l’esperienza di essere circondati da persone che “non sanno ascoltare”, anzi, proprio non vogliono e lo dimostra il fatto che parlano senza sosta, di ogni cosa, spesso senza cognizione di causa e senza curarsi delle persone che hanno accanto. A prima vista potrebbe sembrare quasi un paradosso, come mai tanta voglia di “dare” in una società sempre più votata all’individualismo e all’indifferenza verso il prossimo? Forse perché -e lì crollano le teorie- il tempo della parola è sempre più narcisistico e ogni volta che ci si trova in situazioni di ascolto forzato, in cui si vorrebbe dire all’interlocutore: “per favore, cerca di tacere un po’, anche solo per cinque minuti”, si ha l’impressione che in realtà ti stiano succhiando non solo il tempo ma anche l’energia. Non si tratta più di dare e ricevere, ma di prendere, di forzare.

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Il piacere di ascoltare, di “ricevere” sembra scomparso, relegato alle situazioni “standardizzate”, come ad esempio l’ascolto di un concerto, o la visione di un film, e anche lì spesso c’è che non sa stare in silenzio. Cambiando senso, cioè spostandoci sulla visione, trionfa il voyeurismo, quella tendenza ad essere spettatori inerti di visioni che diventano sempre più sconce. Guardare senza essere visti, che sia in una camera da letto o davanti allo schermo di una tv che trasmette talk-show e notiziari “al passo con i tempi”, ci rende testimoni del vuoto di conoscenza che riempiamo con un’overdose di immagini. Video che abbassano sempre di più la soglia dell’imbarazzo, che eliminano del tutto la sensazione di essere complici di un sistema, prima ancora che testimoni.

Ad esempio, non sono pochi quelli che godono vedendo le immagini di un barcone affondato, e nella maggior parte dei casi non si tratta di persone che hanno avuto un’esperienza diretta di contatto con i migranti o che hanno a casa la collezione completa de “La difesa della razza”, di mussoliniana memoria. È successo che a forza di guardare solo certe immagini e ascoltare solo certe parole, hanno inteso che questa è l’unica interpretazione possibile del mondo. Due più due fa quattro. E questo è tutto, poi cosa significhi due e cosa significhi quattro non li riguarda. La matematica non è un’opinione, è vero. Questo lo sappiamo e lo sanno anche i voyeurs delle tragedie. Ma a questi ultimi hanno mai detto cos’è la matematica? Ci hanno mai riflettuto? Per arrivare a questo passo bisognerebbe chiudere gli occhi e restare in silenzio per un po’. Prendersi il tempo di ascoltare. Quasi un’eresia di questi tempi tempi, un’ingenuità imperdonabile. Un esempio per capire quanto ognuno di noi abbia sacrificato questa facoltà, sarebbe sufficiente prendere il mano il proprio smartphone e vedere quanti video e quante foto ci stanno dentro e poi vedere quanti files audio ci sono in memoria. Nella maggior parte dei casi, il microfono dello smartphone non è mai stato utilizzato. Il motivo? Pensiamo che il video (corredato dell’audio) ci dia qualcosa di più. Vera o falsa che sia questa asserzione, ciò che dimostra è che il troppo stroppia e storpia, distorce la realtà. Perché nella realtà tutti abbiamo fatto l’esperienza di ascoltare una musica chiudendo gli occhi e non l’abbiamo fatto perché avevamo il trapano del dentista davanti, ma per assaporarla meglio, per gustarla pienamente. E che dire della radio? In un mondo di “guardoni”, dovrebbe essere scomparsa da tempo, eppure sono in Italia ci sono milioni di persone che preferiscono la radio alla tv. Sono i “radioascoltatori”. Che anche se intervengono in diretta, non diventano “radioparlanti”, rimangono ascoltatori, cioè tacciono, anche se parlano. Da veri buongustai della parola.

Gianpiero Caldarella